Uomini e donne ricoverati nella stessa stanza: “E’ imbarazzante”. Il direttore dell’ospedale: "Per necessità"

"Un mio amico è ricoverato nel reparto di medicina (II padiglione ristrutturato con camere a 4 posti, ndr) all’ospedale di Livorno insieme a tre donne. È comprensibile il suo imbarazzo...”

Alessandro Baldi

Alessandro Baldi

Livorno, 5 aprile 2024 – “Un mio amico è ricoverato nel reparto di medicina (II padiglione ristrutturato con camere a 4 posti, ndr) all’ospedale di Livorno insieme a tre donne. È comprensibile il suo imbarazzo e il suo disagio, perché la situazione è delicata e specie per l’espletamento dei bisogni fisiologici, così come per la pulizia personale, questa condizione di promiscuità non è certo ideale. Già trovarsi ricoverato in ospedale non è una condizione piacevole. Se a questo si aggiunge il fatto di trovarsi in una camera non riservata a pazienti uomini, ma con maggioranza di degenti donne, il disagio cresce". A segnalare questo caso (che pare non sia isolato nelle strutture sanitarie di Livorno) è Alessandro Baldi, ex presidente di Ail Livorno. "Non è ammissibile tutto ciò – commenta Baldi – a Livorno".

Il direttore dell’ospedale Luca Carneglia, interpellato da ’La Nazione’, ha risposto: "Questa disposizione risale ai tempi del covid. Ovvero se il paziente arrivato al pronto soccorso, ha necessità di ricovero nel reparto di medicina qualora manchi il posto letto adeguato al genere, se è d’accordo, si preferisce mandarlo subito in camera, separandolo dagli altri degenti con un paravento. Altrimenti il paziente rimane al pronto soccorso, dove la distinzione di genere viene garantita di norma solo con tende divisorie tra un letto e un altro".

La soluzione in atto nel reparto di medicina "non deve superare un certo limite di tempo, ma dipende dalla disponibilità dei posti, – conclude – cosa che avviene nell’arco di una giornata". Sottolinea: "È scontato che facciamo di tutto per garantire ai pazienti il rispetto della differenza di genere".