Livorno, 12 ottobre 2024 – La ristrutturazione del quinto padiglione dell’ospedale di Livorno consentirà di realizzare un ospedale di comunità con 40 posti letto, grazie al “piano nazionale di ripresa e resilienza” che “nella missione relativa alla sanità, è delegato alle Regioni e pertanto, come Regione Toscana, abbiamo programmato alcuni importanti interventi, tra cui questo di 11 milioni”. Lo ha annunciato ieri mattina durante un sopralluogo al cantiere con i tecnici il governatore della Toscana, Eugenio Giani. “Con il sindaco Salvetti abbiamo programmato il nuovo ospedale, ma abbiamo anche deciso di intervenire sulla struttura del vecchio perché il nuovo avrà i suoi tempi di realizzazione, mentre la cittadinanza ha bisogno di risposte anche ora”.
L’orizzonte temporale per la fine lavori è quello di marzo 2026. “Cinque milioni e mezzo servono per il restyling del padiglione e altri 5 milioni e mezzo per la realizzazione dell’ospedale di comunità con 40 posti, che accoglierà chi ha determinate patologie o deve stare ancora per alcuni giorni all’ospedale ma dev’essere dimesso dal reparto specialistico perché il posto letto serve ad altri pazienti. Il nuovo ospedale nell’area ex Pirelli ci costerà più di 200 milioni ma Livorno ha bisogno di una fase intermedia, sarà necessario mettere insieme le funzioni dell’ospedale di comunità con quelle della casa di comunità al padiglione 24 che riguarderà i servizi territoriali e gli altri servizi sanitari e sociosanitari”.
Alla visita ai cantieri, guidata dall’ingegnere Elena Rosa, hanno partecipato anche il consigliere regionale Francesco Gazzetti, la direttrice di distretto Cinzia Porrà, il direttore amministrativo dell’Asl Gabriele Morotti e l’assessore al Sociale del Comune di Livorno Andrea Raspanti. “La struttura rappresenta un tassello importante della riorganizzazione in corso della sanità territoriale e non solo – ha detto la direttrice generale dell’Asl Toscana Nordovest, Maria Letizia Casani – In parallelo procedono i lavori che interessano il padiglione 24 e che porteranno all’apertura di una nuova casa di comunità. Sempre per quanto riguarda la riforma dell’assistenza territoriale vi è l’attivazione del Cot, centrale operativa territoriale, l’introduzione a breve del nuovo numero unico 116.117 che servirà per chiamare il servizio di continuità assistenziale, ex guardia medica, la riorganizzazione del sistema 118. Non va inoltre dimenticato il percorso, in atto, relativo alla realizzazione del nuovo ospedale”.
Il consigliere regionale Francesco Gazzetti, nel ringraziare il presidente Giani per l’attenzione alla sanità e al territorio di Livorno, ha affermato: “Adesso le case di comunità, gli ospedali di comunità, tutte queste cose che accompagnano l’attuazione del Pnrr permetteranno di sanare il divario che, assieme al presidente Giani, al sindaco Salvetti e alla Asl, abbiamo individuato come elementi assolutamente da superare”. “A chi si chiede cosa c’è tra adesso e il nuovo ospedale – ha sottolineato il sindaco di Livorno, Luca Salvetti – dico che c’è il nuovo sistema territoriale con l’ospedale e le case di comunità. In questi quattro o cinque anni che serviranno prima di veder nascere il nuovo ospedale, a Livorno, c’è quello che serve per essere curati bene”. “Questo primo intervento – ha concluso Cinzia Porrà, direttrice del distretto livornese della Toscana Nord Ovest – verrà completato da ulteriori 20 posti letto che saranno realizzati nei quartieri Nord assieme alla casa di comunità di Fiorentina, cosicché la zona distretto di Livorno, nel complesso, arriverà ad avere 60 posti letto di ospedale di comunità con diversi livelli di cure e intensità di cura in modo da raggiungere quelli che sono gli standard previsti dalla normativa in base al rapporto dei residenti. Questo al quinto padiglione è un intervento strategico per la nostra zona distretto perché interviene sulla realizzazione di 40 posti letto di cure intermedie destinati ad accogliere quei pazienti che sono in una fase intermedia tra il ricovero e il ritorno a casa o in struttura residenziale e hanno ancora necessità di essere assistiti”.
Irene Carlotta Cicora