Resa dei conti in consiglio comunale: sfiducia a Nogarin, minoranza divisa

E su Rossi commissario, il sindaco: «Purchè si faccia, va bene anche lui»

Enrico Rossi nominato dal governo commissario straordinario per l’alluvione

Enrico Rossi nominato dal governo commissario straordinario per l’alluvione

Livorno, 19 settembre 2017 - Chiederanno le dimissioni del sindaco Filippo Nogarin. Rullano i tamburi delle minoranze che domani dichiareranno guerra ai grillini, in consiglio comunale. Le premesse ci sono tutte: post su Facebook, comunicati a stretto giro di posta e conferenze stampa all’ultimo tuffo, come quella convocata per stamani da Buongiorno Livorno.

Tutto lascia intendere che domani, mercoledì 20 settembre, in consiglio si giocherà una bella partita politica. Sia chiaro, le richieste di dimissioni cadranno nel vuoto ma la manovra politica per far fuori Nogarin e la sua maggioranza pentastellata sarà avvelenata. «Sinceramente ho altro a cui pensare – dice il sindaco – al momento non penso alle richieste di dimissioni. Ci penserò in consiglio».

E continua: «Ora le mie priorità sono altre, ci sono mille ordinanze da firmare e mille problemi da risolvere. Insomma cose importanti da fare, che possono condizionare certe funzioni vitali della città». E’ inevitabile che i partiti di opposizione alzeranno il livello dell’asticella, puntando in dito contro le polemiche che hanno segnato questi giorni difficili per la nostra città.

«Credo che in questa fase le polemiche devono stare a zero, c’è bisogno di quagliare». Il riferimento di Nogarin va anche alla recente nomina del presidente della Toscana Enrico Rossi quale commissario straordinario per l’alluvione.

Una nominaA squisitamente politica e non tecnica come poteva essere con un incarico al vertice della Protezione Civile.

«Purchè si faccia, va bene anche Rossi» risponde il sindaco pentastellato. Fino ad oggi, però, nessun contatto: «No, non ci siamo sentiti». E prosegue: «I livornesi non sono stupidi, hanno un cuore grande ma hanno anche un bel cervello e riescono a capire le dinamiche che stanno dietro a certe cose. Ora siamo una città ferita ma sappiamo il fatto nostro. Tutti insieme ce la faremo».

I sindaci, non solo Nogarin, si sono spesso lamentati di rimanere soli, in certi difficili momenti, ma qualcosa comunque si può fare. «Di sicuro – chiude il primo cittadino – andiamo avanti sulla nostra strada, in controtendenza con il passato: ovvero stop al consumo di suolo. Sono le linee guida del nuovo piano strutturale e anche del piano delle colline. Questa giunta ha fatto una bella inversoone di tendenza, altro che condoni...».

Anche di questo si parlerà nel consiglio comunale di domani dove tutti i nodi verrano al pettine. Le minoranze però si sono spaccate ancora prima di prendere la parola: Grillotti, consigliere di Livorno Libera, aveva chiesto a tutti i consiglieri comunali di minoranza, di firmare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco; la risposta è stata tiepida, solo Marco Valiani – ex grillino spina nel fianco della maggioranza – aveva preso la penna per dare il suo contributo. Non sono stati raggiunti i due quinti dei consiglieri (13 firme) come stabilisce il regolamento e la mozione di sfiducia non sarà presentata. Prima il dibattito in consiglio, poi – eventualmente – la presentazione di una mozione disfiducia. L’opposizione sarà dunque a macchia di leopardo con il gruppo del Pd che è stato anticipato dalle dichiarazioni del segretario comunale Federico Bellandi: «In un sussulto di dignità, il sindaco dia le dimissioni».