Francesco Porro, il musicista elbano che sta fra Gaber, Jannacci e il reggae

Leader e voce della “Compagnia Scapestrati”, è un menestrello 5.0. Ci racconta la sua vita e i suoi progetti. Sempre con l’isola nell’anima

Francesco Porro (Foto di Valerie Pizzera)

Francesco Porro (Foto di Valerie Pizzera)

Portoferraio (Livorno), 24 giugno 2023 – Francesco Porro è nato e cresciuto all'isola d’Elba, oggi ha 33 anni e non si è mai allontanato dallo scoglio per più tre mesi. Eppure sembra un cosmopolita navigato.

Il giovane musicista leader e voce della Compagnia Scapestrati è un menestrello 5.0. È bello e biondo come un angelo, ma potrebbe avere anche cent'anni. Fin da piccolo ascoltava Gaber e Jannacci.

La videointervista

"Di Giorgio Gaber mi piace quel suo modo di indagare gli angoli bui dell’individuo, me lo faceva ascoltare mia mamma da bambino, gli ho subito voluto bene, la sua figura mi rassicurava. L'amore per Enzo Jannacci è arrivato nel 2009, quando mio padre mi ha regalato il cofanetto con 7/8 dischi. Di lui mi piace che va a scavare negli angoli delle strade, parla delle situazioni più nascoste e difficili e della vita quotidiana. Ci sono pezzi straordinari come gli zingari, il telegrafista".

È un poeta ma con i piedi ben piantati per terra, Francesco, una moglie e due bambine piccole, Frida di 11 anni e Anita di 6. La mattina fa il giardiniere, la sera suona.

La sua più grande soddisfazione?, gli chiediamo. "Senz'altro quando ho guardato Frida negli occhi appena nata, ma anche la partecipazione al Pistoia Blues nel 2009".

Ma come fa a gestire tutto?  "Dormo poco, sono un po' stanco, cerco di combattere la pigrizia che è il mio peggiore difetto, se la lascio fare prende il sopravvento".

Gli impegni sono tanti: il 1 agosto a Piombino la partecipazione al Tenco Ascolta, una manifestazione legata al Premio Tenco dove andrà con la sua band al completo, fatta di 5 elementi. Le varie serate con la sua band ma anche impegni personali, come la collaborazione con il chitarrista napoletano Salvatore Porciello, il progetto di musica popolare con Daniela Soria, Alessandro Balestrini e gli altri, la tournée di cantautorato italiano a giro nei baretti con gli "Scapestrati" Massimo Galli e Diego Caroppo, i "Gregari in fuga".

Ma soprattutto una canzone in uscita ai primi di luglio "Cavallo a dondolo" che è una filastrocca, quasi una ninna nanna.

"Gli artisti si nascondono tra gli spazzini, tra le casse del mercato, tra i contadini", recita. E sul suo cavallo a dondolo Francesco attraversa il tempo alla ricerca della bellezza umana, come un dolce supereroe delle favole.

Indomito scorpione ascendente sagittario, combatte con un microfono per riscattare un'umanità minacciata dall'indifferenza, dall'arroganza, dalla mediocrità. Le sue emozioni fanno vibrare le corde arrugginite delle anime, riaccendendo la miccia delle passioni appassite. I suoi genitori sono milanesi e grandi amanti della musica.

"Ho un'impostazione musicale antica ci racconta. I cantautori italiani Gaber, Jannacci, De Gregori e la musica sudamericana e cubana, Caetano Veloso. Tanto reggae jamaicano: Bob Marley, Peter Tosch. Poi sono arrivato agli americani filtrandoli da lì: Bob Dylan, Jimi Hendrix, il film Cadillac Records, Elvis Presley".

Ci racconta della sua adolescenza spensierata fatta di "schitarrate" a piedi scalzi sulla sabbia, fuochi e dormite in spiaggia con gli amici. "Sceglievamo spiagge più defilate come Colle Palombaia o Galenzana, perché prima abitavo a Marina di Campo. La natura è la cosa che più amo di questa isola, il mare vissuto con semplicità, in canoa. Adesso da dieci anni sto a Portoferraio, che è il luogo più bello dell'isola. Peccato che le enormi bellezze storiche non siano mantenute e valorizzate a sufficienza. Spero che piano piano si possa restituire a Portoferraio il lustro che merita e che possa essere una metà dei visitatori e non solo un punto di approdo sull'isola".

Rimpianti? Quello di non aver fatto teatro, ci confessa. Comincerebbe anche adesso, magari inserendo dei recitati nei suoi live. Siamo fiduciosi, le qualità non gli mancano.

Valerie Pizzera