Jaconi: "Chi vuole bene al Livorno deve stare vicino a Dal Canto e ai giocatori"

L'intervento dell'ex allenatore amaranto alla trasmissione "Livornolé" di Granducato Tv: "I problemi sono a monte, non è colpa di Dal Canto né dei ragazzi". E poi tanti ricordi, dalla partita persa con lo Spezia, a Protti e Chiellini...

Osvaldo Jaconi ospite di Granducato Tv

Osvaldo Jaconi ospite di Granducato Tv

Livorno, 8 febbraio 2021 - Molto amarcord, ma soprattutto moltissima saggezza. Osvaldo Jaconi è il paradigma del buon senso. A Livorno ha lasciato un segno indelebile: ha scolpito la memoria sportiva della città (e forse non solo), è stato un grande esempio di professionalità e dedizione. Riportò il Livorno dalla Serie C alla Serie B, scoprì talenti, regalò semplicità e umanità. Lo ha fatto anche durante la trasmissione "Livornolé" andata in onda questa sera su Granducato Tv, ospite via social di Vezio Benetti e Renzo Rossi dalla sua casa di Civitanova Marche.

La trasmissione "Livornolé" di Granducato Tv

“Sento dire da tempo che a Livorno non si vuole più Spinelli… - esordisce il 'Vodz' - E ora? Che succede ora? La squadra lotta per evitare la retrocessione in Serie D...".

"Quando qualcuno cui si vuole bene sta male, occorre stringersi intorno. E' quello che si deve fare adesso a Livorno, per il Livorno. Quando si prendono i giocatori nel mercato invernale - aggiunge Jaconi -, vuol dire che erano poco impiegati, oppure che si allenavano male. Perciò, quando arrivano a gennaio-febbraio non sono in forma e si fanno male. Proprio come sta accadendo adesso al Livorno. Ma la colpa non è di questi giocatori...".

"Sto male anch'io a vedere l'amaranto ridotto così. Ma i problemi sono a monte - continua il 'mister' - Il malessere mio viene da lontano e non si cura con l’aspirina. Ci vuole del tempo. Dal Canto? L'ho conosciuto a Padova, è un ragazzo serio, bravo e motivato, ma in questa situazione portando anche Mourinho… è difficile tirar fuori le gambe. La malattia non la curi dall’oggi al domani".

E poi la stoccata: "Ci sono i cinque punti di penalizzazione: sono pesanti adesso, saremmo stati a 22… Ma quei punti non li hanno persi né Dal Canto, né i giocatori"

"Mi riesce difficile pensare che un gruppo che subentra in società ne voglia il male prima di rilevarla - osserva rispondendo a Rossi -. L’investitore deve volere il bene della creatura che prende nelle mani. No, i problemi sono a monte".

E poi il ricordo, addotto come esempio: "Igor Protti è stato l’anima del Livorno che allenavo io. Ma voglio menzionare gente come Scichilone, Melara, Perna, Chiellini, Mezzanotti… Ragazzi che in quell’anno sono venuti a darci una mano e non hanno avuto la ribalta continua, ma hanno sopperito alle debolezze di quando eravamo in difficoltà. Se tu hai questi uomini, e sottolineo uomini prima che calciatori, puoi andare in guerra e le battaglie le vinci. Quei ragazzi ebbero meno visibilità, ma quando entravano in campo non fecero meno bene del compagno che giocava titolare".

Poi un flash su Chiellini. "Ci allenavamo a Tirrenia e siccome a me piaceva seguire anche il settore giovanile, vidi questo ragazzo già alto un chilometro e mezzo, con gli avversari e i compagni che gli arrivavano sotto le ascelle. Allora gli dissi "Sarà il caso che tu venga ad allenarti con noi”. E poi avete visto che carriera ha fatto. Era talmente timido che veniva al campo accompagnato dalla mamma o dalla nonna. Fra le altre cose - prosegue Jaconi - io fui quello che in quel periodo lo fece giocare anche centrale. In Coppa Italia ebbe questo ruolo, nella finalissima con l’Ascoli giocò stopper. Poi è diventato quello che è diventato. Ci sentiamo ancora oggi su WhatsApp, almeno 2-3 messaggi al mese ce li facciamo".

Il clima oggi è pesante, i giocatori che sono nel Livorno adesso sentono inevitabilmente la pressione di una piazza arrabbiata. C'è anche il macigno psicologico che influisce sul rendimento... "Vi ricordate la partita che perdemmo con lo Spezia? - riprende Jaconi - Ebbene, quindici giorni prima da La Spezia partirono dei 'missili' attraverso giornali e tv per innervosire i nostri ragazzi. Terminata la partita poi andammo a Monza con tre squalificati: Piovani, Protti e Doga. Io lo dicevo ai ragazzi: "Lo fanno apposta, lasciate perdere, non date retta a queste cose, vi tolgono energia… Pensate ad allenarvi e a giocare, basta".

E il concetto, il buon Osvaldo Jaconi, lo ripete anche ora: "I giocatori sentono la pressione. Ma in questo momento dovete far sentire che siete vicini. Ripeto, state vicino ai ragazzi. Non hanno preparazione adeguata non per colpa loro, ma vanno i campo e si fanno anche male. Mica lo fanno apposta! Mica è colpa loro! Hanno la maglia del Livorno addosso. E' una maglia che pesa. Diamo una mano a questi giocatori, almeno a loro che vanno in campo. Lasciamo perdere "quelli lì" che si occupano della società. C'è ancora tempo, ci si può salvare. Sono loro che vanno in campo con l’allenatore, ci devono andare nel modo migliore. Insisto: quei cinque punti di penalizzazione non sono da addebitare a loro".

"Se ci si vuole togliere di mezzo da certe situazioni - conclude Jaconi - bisogna passare attraverso giocatori, allenatore e pubblico vicino. Non si può passare da altre parti. Fare aggregazione è più facile quando le cose vanno bene, ma ora bisogna restare tutti uniti. Se non si vuole finire in D, sarebbe il caso che adesso tutti dessero una mano".