Libertas, sette positivi "Derby, accuse ingiuste"

La società spiega che la situazione covid è diventata più complicata. E annuncia di valutare azioni legali sulle dichiarazioni per la gara annullata

Si fa più pesante la situazione sanitaria del gruppo squadra Libertas Livorno. La società comunica che altri tre componenti del team sono stati contagiati. Con queste nuove positività si allarga quindi il focolaio nella Libertas e salgono a sette i tesserati che hanno contratto il virus negli ultimi giorni. Uno defgli atleti risultato positivo nelle ultime ore si trovava già in isolamento domiciliare, come da provvedimento della Asl del 7 gennaio. Il soggetto è sintomatico. La società poi ritiene che ci siano state "dichiarazioni diffamatorie susseguitesi nelle ultime ore contro la Libertas". per questo la Libertas Livorno 1947 "ha dato mandato ai propri legali di valutare se vi siano gli estremi per perseguire, in ogni sede competente e al fine di tutelare la propria immagine e la propria onorabilità, quanti ne abbiano offeso o screditato la reputazione". La Società tiene a precisare "che sarebbe stata ben lieta di disputare il derby, ma di aver agito semplicemente seguendo i protocolli sanitari vigenti. Tali protocolli prevedono, lo ricordiamo qualora ve ne fosse bisogno, di informare le Asl a riguardo di casi Covid-19 accertati i quali, se hanno avuto un contatto “stretto” con altre persone entro i 5 giorni dalla positività, fanno scattare la quarantena per tutti i soggetti interessati. Per questo motivo il team squadra, venuto a contatto stretto il 5 gennaio con un membro dello staff positivo, è stato posto in isolamento domiciliare fino a una data che superava quella del 9 gennaio in cui era prevista la partita con la Pielle rendendone - tecnicamente – impossibile la disputa. Infine, una volta informata sulla disposizione di quarantena da parte della Asl di Livorno, la Fip ha deliberato ufficialmente il rinvio della partita". "In queste ore – conclude la Libertas – siamo stati definiti “codardi”, “vigliacchi”, “furbi”. Siamo stati accusati di aver deliberatamente pianificato il rinvio con qualche fantomatico accordo con la Asl o addirittura con la Lnp. Tutto ciò lede la nostra immagine, supera ogni limite di decenza e contrasta fortemente con i principi di sportività che ci hanno sempre guidato".

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