Scrive dall'Olanda ai bagnini di Cecina: "Grazie per avermi salvato 50 anni fa"

Ecco l' emozionante lettera scritta a distanza di cinquant’anni: “Da quel momento vivo i tempi supplementari. Se ho avuto una vita come adulto, un amore e due figli, è grazie a voi”

Lettera (immagine di repertorio)

Lettera (immagine di repertorio)

Cecina (Livorno), 29 luglio 2022 - Quando hanno letto questa lettera,  i bagnini della cooperativa che gestisce le torrette di salvataggio a Marina di Cecina non potevano certo immaginare di leggere una storia tanto bella, emozionante e piena di gratitudine per il loro prezioso lavoro. A scrivere loro, dopo tanti anni di distanza, è un uomo olandese avanti negli anni e oramai in pensione, che molto tempo prima, quando era ragazzo, si trovava proprio su questa spiaggia in vacanza e, trovandosi in difficoltà, ha avuto bisogno di aiuto.

Anche se è passato molto tempo, quello che gli accadde quel giorno gli è rimasto impresso nella memoria. E così, dalla sua casa in Olanda, ha scritto quello che da troppo tempo aveva nel cuore, oltre che nei ricordi. “Questa lettera – scrive - è di un olandese che la vostra squadra più di cinquant’anni fa ha salvato davanti alla costa di Marina di Cecina. Oggi, con questa lettera, voglio esprimervi la mia profonda gratitudine per avermi salvato. È grazie alla squadra di salvataggio di Marina di Cecina che ho avuto una vita come adulto, un amore e due figli. Da quel momento vivo i tempi supplementari”.

 

La storia

“Vi racconto brevemente la mia storia – scrive il signor Rob de Kam - Intorno al 1970, non ricordo l’anno esatto, venni per le vacanze a Marina di Cecina con un compagno di scuola media ed i suoi genitori. Alloggiavamo in un camping di cui non ricordo il nome, subito dietro le dune. Il mio amico ed io eravamo spesso  sulla spiaggia e in mare, sebbene nessuno di noi due sapesse nuotare bene. Un giorno, una bandiera rossa sventolava sulla spiaggia e, per quanto possa sembrare strano, nessuno di noi due conosceva il significato di quella bandiera. Ora so bene che in un giorno come quello non ci si deve allontanare dalla costa. Allora, guardando la bandiera sventolare, pensai seriamente che la città celebrasse l’elezione di un sindaco comunista... E poi non eravamo i soli in mare, e rimanemmo ignari del pericolo. Finché, improvvisamente, non sentimmo più la sabbia sotto i piedi e fummo trascinati lontano dalla riva. Le onde sbattevano volta dopo volta sulle nostre teste, e l’acqua salata ci entrava dentro. Eravamo in preda al panico, e dopo l’ennesima onda pensai che quella era la fine”.

 

"Salvataggio inaspettato"

A un passo dalla morte, furono salvati: “Proprio quando fui risucchiato sott’acqua e mi lasciai sommergere, proprio in quell’istante è venuta dal nulla una mano mi afferrò il braccio. Era la mano di un membro della squadra di salvataggio, sopraggiunta per mare. Non mi ero accorto di nulla, cosicché quel salvataggio fu per me del tutto inaspettato. Ero così estenuato che non riuscivo a salire a bordo e mi tirarono per il braccio fino a riva. Anche il mio amico fu salvato. Di quel ritorno verso la spiaggia ricordo soprattutto gli sguardi di chi mi era intorno. Poi rimessi tutta l’acqua di mare che avevo dentro. Sinceramente non ricordo più se allora ringraziai coloro che mi salvarono. Né io né il mio amico parlavamo Italiano. Tuttora non lo parlo, ecco perché ho chiesto a mia cognata, Elisabetta Pallante, che vive come me nella città olandese di Groningen, di tradurre questa lettera. Sono andato da poco in pensione, e questo è per molti un momento in cui si riflette sulla vita e si guarda indietro. È così che quel giorno drammatico e determinante nella mia vita è tornato ad affiorare nella memoria. Non so se coloro che mi salvarono siano ancora vivi, so che verso di loro proverò riconoscenza per tutta la vita”.

I bagnini hanno diffuso questa lettera con una speranza: “Magari qualche marinese tra i più “maturi” ci può aiutare ad individuare i protagonisti di questa bella storia”.

 

Maurizio Costanzo