"Funzionario promosso senza motivi, a pagare i danni sono i livornesi"

Perini (Lega) attacca: "Votato un debito fuori bilancio derivante da una sentenza di condanna per 56mila euro emessa dal giudice del lavoro contro il Comune

Alessandro Perini (Foto Novi)

Alessandro Perini (Foto Novi)

Livorno, 18 giugno 2021 - Scoppia la polemica a Livorno dopo l'approvazione di un debito fuori bilancio in seguito a una condanna del Comune. Ci sono 56mila euro da pagare, come ha stabilito il giudice del lavoro, che corrispondono alla condanna del Comune per un funzionario promosso senza motivo.

 A innescare la miccia è il consigliere leghista Alessandro Perini. "L'amministrazione ha promosso ingiustamente un dipendente al posto di un altro, violando i criteri previsti dalla legge - così attacca Perini -. Un danno da 56 mila euro che pagheranno i cittadini. Infatti, anche se l'atto porta la firma di persone ben precise, il Pd ha deciso che a risarcire il danno saranno i livornesi, invece che il dirigente responsabile dell'illecito. Con parole pesantissime il giudice ha condannato il Comune e accertato che la nomina non fu fatta secondo i criteri meritocratici previsti".

"A pagina 4 della sentenza - prosegue il portavoce della Lega - si legge che l'amministrazione ha violato le "regole di buona fede e correttezza nella procedura selettiva". Andando oltre si legge che una parte della tesi difensiva del Comune "non corrisponde al vero". Infine, conclude il giudice, la motivazione della scelta, priva di qualsiasi fondamento, risulta essere "meramente apparente". Non sappiamo, quindi, quali altri criteri di valutazione siano stati adottati; certo non "il curriculum, i requisiti culturali, la capacità professionale e l'esperienza maturata".

"Davanti a un giudizio così severo - conclude Perini -, si fatica a comprendere come questa promozione, ingiusta e priva di motivazione, possa essere frutto di un mero errore o della sbadataggine. Un atto marcatamente frutto di discrezionalità per il quale si dovrebbe essere chiamati a rispondere personalmente; eppure la maggioranza ha deciso di non chiamare in causa il dirigente che, a questo punto, sembra godere di una specie di immunità".