Livorno, disastro senza attenuanti: quattro frustate dal Cittadella

Terza sconfitta consecutiva per gli amaranto, che restano in dieci per tutta la ripresa a causa dell'espulsione di Porcino. Squadra irriconoscibile, situazione allarmante

Cittadella-Livorno, Finotto e Dainelli (foto LaPresse)

Cittadella-Livorno, Finotto e Dainelli (foto LaPresse)

Cittadella-Livorno 4-0

Padova, 6 aprile 2019 - Il Livorno affonda per la terza volta consecutiva: gli amaranto perdono anche sul campo del Cittadella, stavolta per 4-0, e ripiombano nell'incubo.

Assenti Bogdan e capitan Luci, ecco che Breda fa di necessità virtù riproponendo Dainelli al centro della difesa. Torna Agazzi a centrocampo in coppia con Salzano, mentre Diamanti agisce alle spalle di Dumitru e Murilo. Il Cittadella di Venturato vanta la miglior difesa del campionato e in attacco schiera il pistoiese Moncini che mesi fa venne contattato proprio dal Livorno.  L'inizio della partita è preceduto da un minuto di silenzio in memoria delle vittime del tragico sisma che, esattamente dieci anni fa, colpì L'Aquila provocando la morte di 309 persone. Il primo tiro in porta è del Cittadella con Schenetti dopo 5': Zima respinge e la difesa allontana. Il leitv motiv della partita è questo: i padroni di casa conducono il gioco, il Livorno contiene e tenta le ripartenze.  I veneti sono ben organizzati, chiudono gli spazi e aggrediscono ogni portatore di palla. Al 20' sfiorano il vantaggio quando Dainelli perde la palla in area: Schenetti batte a rete ma colpisce il palo. E' l'antifona del naufragio di Breda e compagni.

Il Livorno non accelera, sposa la strategia dell'attesa (o piuttosto vi è costretto, perché la squadra è piantata), di fatto subisce e rischia troppo. Appare sulle gambe, annebbiato, nonostante la volontà di Diamanti e Valiani. Al 27' il Cittadella reclama il rigore per un intervento di Gonnelli su Schenetti, ma il difensore amaranto in realtà colpisce nettamente la palla, con la conseguenza che il veneto si becca il giallo per simulazione. Al 33' sempre Schenetti fa correre un altro brivido lungo la schiena della difesa labronica sparando un destro da fuori area che finisce alto. Il gol comunque è nell'aria e al 38' i padroni di casa passano in vantaggio. Settembrini riceve in area ancora da Schenetti e appoggia di tacco all'accorrente Finotto che fulmina Zima, tradito da un tocco involontario di Di Gennaro. Livorno troppo remissivo e punito. Al 41' la risposta amaranto c'è, ma è sfortunata: Di Gennaro si butta su un pallone spiovente su 'torre' di Gonnelli, ma la palla colpisce la traversa. Nulla più, troppo poco per riequilibrare le sorti.

Nel secondo tempo il copione peggiora. Fino al crollo senza attenuanti. Il Cittadella insiste per mettere al sicuro il risultato, il Livorno invece non riesce a ritrovarsi e procede senza animare il costrutto. Manca la 'cattiveria', latita la grinta e con essa le idee e i suggerimenti dalla metà campo in su. Poco a poco, la squadra esaurisce definitivamente la benzina e si ferma come un'auto sgangherata nel deserto dell'Arizona. 

Dal 49' il Livorno è in dieci. Duro fallo di Porcino su Ghiringhelli: l'arbitro estrae dapprima il giallo, quindi il rosso dopo che il giocatore amaranto dice qualcosa di troppo al direttore di gara. Poi Breda cambia tutto, ma senza frutti: fuori Diamanti e Dumitru, dentro Kupisz e Rocca. Più tardi entrerà anche Raicevic al posto di un fantasma di nome Salzano. Ma al 55' il Cittadella raddoppia con Schenetti: 'piatto' spietato su servizio di Finotto. Livorno immobile al tappeto, sotto choc, maledettamente irriconoscibile.  E pochi minuti più tardi arriva la terza mazzata, stavolta inferta da Moncini, su azione fotocopia della precedente. Amaranto fermi, non  pervenuti, disastrosi.  Al 76' il Cittadella cala il poker. Kupisz atterra Moncini in area e provoca un rigore con il quale l'attaccante sigla l'impietoso (ma meritato) 4-0. 

I pochi tifosi al seguito del Livorno lasciano gli spalti del 'Tombolato' in anticipo. Gli amaranto si piegano sotto la terza sconfitta consecutiva e si perdono dentro un colossale, inquietante punto interrogativo: salvezza ancora possibile? Di questo passo certamente no. E' allarme rosso.