Bassetti: "Italia lenta sui vaccini". Poche 1,7 milioni iniezioni al mese

I dubbi dell’infettivologo: "Così per arrivare al 60% di copertura serviranno anni. E il bando per il personale andava anticipato"

Migration

Roma, 21 dicembre 2020 - Professore, la Germania è pronta, in Italia regna l’incertezza sui centri di stoccaggio e vaccinazione (pochi) e soprattutto su medici e infermieri (pochissimi). Perché i tedeschi sono più avanti di noi?

"Perché sono organizzati meglio, il nostro è un problema di governo centrale – risponde l’infettivologo Matteo Bassetti, "preoccupato per l’eccessivo panico sulla nuova variante Covid, che provocherà il crollo delle vaccinazioni in Italia" –. Nel tema vaccini c’è troppa politica".

Coronavirus, il bollettino del 21 dicembre

La modalità di somministrazione del vaccino Pfizer è complessa, con 7 passaggi che non concedono errori. Servono personale e super frigo. Il bando per il reclutamento, però, non è ancora scaduto. Si è perso troppo tempo?

"Certo, iniziare il 15 gennaio è tardi e il bando andava anticipato. Dobbiamo ringraziare la Ue, forse è stata lei con una tirata d’orecchie che ci ha fatto accelerare: noi avremmo iniziato le vaccinazioni a fine gennaio".

La tabella di marcia comunicata da Arcuri la scorsa settimana regione per regione prevede tempi molto lunghi. C’è il rischio di partire con le vaccinazioni, ma poi fermarsi quasi subito col rischio di intoppi?

"Sento il direttore Aifa, Magrini, dire che faremo 1,7 milioni di iniezioni al mese, questo mi sconvolge. Così per arrivare al 60% di copertura, ci vorranno 43 mesi. Col siero Pfizer, che necessita di due dosi, il doppio di tempo. Mi aspettavo di sentire Arcuri dire: nei primi due mesi saranno immunizzati 10 milioni di italiani".

Qual è lo scenario più nero?

"Che a marzo abbiamo vaccinato lo 0,5% di italiani. A quel punto devono cadere delle teste, perché rischiamo di venire isolati dall’Europa. Ci sarà un patentino per viaggiare e diventerà una ’gara’ tra nazioni virtuose".

Anche la modalità di conservazione è complessa, una volta scongelato il vaccino dura poco. C’è il rischio di sprecare dosi?

"Ci affideremo a professionisti della salute, che preparano farmaci chemioterapici e altri vaccini. È chiaro che a monte deve esserci una regia organizzativa di livello e una formazione adeguata".

Per i sanitari dovrebbe essere obbligatorio il vaccino?

"Si, serve ora una legge sull’obbligatorietà, come viene fatto per le zona regionali. Per me il concetto è: se non ti vaccini, in ospedale non lavori".

Come vanno le adesioni nel suo dipartimento?

"In alcuni ospedali si arriva all’85% di sì, ma ho in mano sondaggi che parlano di cifre attorno al 50%. Nei reparti Covid e tra i medici le adesioni sono altissime, calano nelle figure più distanti dalla ’prima linea’".

Lei si vaccinerà senza dubbi?

"Lo farò domenica, mi sono offerto. Avendo una forte esposizione mediatica, voglio metterci la faccia".

Guardando ai dati su Moderna, viene da pensare che l’Italia abbia puntato sul vaccino ‘sbagliato’.

"È evidente che il candidato di AstraZeneca non appaia un portento: si parla di un’efficacia minore rispetto a Pfizer e Moderna, poi si deve riadeguare il dosaggio. AstraZeneca probabilmente ritarderà l’invio delle dosi al terzo trimestre 2021".

Tutti danno per assodato l’ok di Ema. Non è possibile che i vaccini vengano bocciati?

"Non credo, vorrebbe dire smentire le autorità sanitarie di Usa e Gran Bretagna".

Coi vaccini anti influenzali è stato un disastro quest’anno. Per la maxi campagna di immunizzazione sembra basti molto meno per fallire in modo fragoroso. Lei che sensazioni ha?

"Non ottimistiche, il problema è organizzativo e politico".

La mortalità italiana è alle stelle, una delle più alte al mondo. È solo perché siamo mediamente più vecchi?

"Nella prima ondata i decessi Covid sono stati sovrastimati: ogni morto positivo era deceduto per il virus. Ora paghiamo la mortalità record perché abbiamo la medicina più etica d’Europa. Noi curiamo e assistiamo gente di ogni età, negli altri Paesi i 70enni li lasciano andare. Quindi abbiamo la popolazione più fragile e anziana che viene falcidiata dal virus".

Solo questo?

"In più, la sanità territoriale non funziona: questo virus andava trattato a casa, anche nelle forme medio-gravi".

Tra la prima e la seconda ondata si è fatto pochissimo per riorganizzare la sanità e ci siamo trovati più o meno nelle stesse condizioni.

"Siamo alle porte di una terza ondata, ma non vedo potenziare la medicina generale: il Covid sarebbe competenza sua. Servono maxi investimenti".

 

 

Hai già un abbonamento?
Questo articolo è riservato agli abbonati

Accedi senza limiti a tutti i contenuti di iltelegrafolivorno.it e dei siti collegati.Naviga senza pubblicità!

ABBONAMENTO SETTIMANALE

2,30 € 0,79 € a settimanaper le prime 24 settimane. Addebito ogni 28 giorni.
Nessun vincolo di durata. Disdici quando vuoi
mese
anno