Covid, Anelli (Ordine dei Medici): "Senza lockdown altri 10mila morti all'Immacolata"

"E avremo quei 5mila posti occupati in terapia intensiva che ci spaventano". E avverte: "Preoccupazione per un picco dell'influenza a dicembre". Gli infermieri di Napoli: "Necessarie misure più restittive"

Il Presidente degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli (Ansa)

Il Presidente degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli (Ansa)

Roma, 9 novembre 2020 - Il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri), Filippo Anelli, lancia un nuovo allarme sulla situazione del Coronavirus in Italia: "Se dovessimo avviare oggi un'iniziativa più drastica, cioè un lockdown del Paese - dice a Rainews24 -, io credo che potremmo arrivare al Natale con una fase discendete del picco che probabilmente si stabilizzerà all'Immacolata. Se invece i numeri dovessero crescere come viene previsto ora, senza quindi ulteriori azioni, penso che all'Immacolata avremo altri 10mila decessi e avremo quei 5mila posti occupati in terapia intensiva che ci spaventano".

"Siamo fortemente preoccupati per un picco dell'influenza a fino dicembre", dice Anelli. "Ormai abbiamo raggiunto livelli abbastanza critici - sottolinea -, ci sono file di ambulanze fuori dai pronto soccorso un po' dappertutto nelle varie Regioni, nelle terapie intensive si cominciano ad avere numeri importanti". E avverte: "E' evidente il dramma che si vive all'interno degli ospedali con il sovraccarico di lavoro".

"Quello dei medici delle Ong è un dato trascurabile, sono troppo pochi", ha detto inoltre Anelli sulla proposta avanzata da alcune Regioni di attingere, per quanto riguarda i camici bianchi, a tutte le risorse disponibili quindi anche di reclutare i dottori delle Ong. "Noi abbiamo più volte sollecitato il Governo, e abbiamo ottenuto anche una risposta, nel considerare anche la disponibilità dei medici specializzandi degli ultimi due anni, sono circa 12mila medici. A questi - ricorda - si aggiungono i 23mila medici oggi laureati che hanno fatto il corso di specializzazione, e questi oggi possono essere molto utili sbloccando il concorso".

E un "lockdown subito" viene invocato anche da Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri. "Con i dati preoccupanti dei contagi e delle morti e con le Regioni che contestano i numeri che le classificano zone rosse, l'unica soluzione e' un lockdown nazionale di 6-8 settimane per appiattire la curva". Per Palermo, "siamo in enorme ritardo e non possiamo piu' assistere a questo rimpallo di responsabilita' tra Regioni e governo". "Se si continua con questo trend è facile prevedere che bisognerà fare una qualche selezione tra chi può essere intubato e chi no. Torneremo alla medicina di guerra", conclude.

Questa mattina l'allarme è stato lanciato anche dall'infettivologo dell'ospedale Sacco, Massimo Galli: "Situazione ampiamente fuori controllo", ha detto, appoggiando la proposta del "lockdown totale" dagli Ordini dei Medici. Appoggio che arriva anche dall'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, che si attendono "un raddoppio dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva nella prossima settimana se il trend non muterà".

L'allarme degli infermieri di Napoli

Ma i medici non sono i soli a invocare misure ancora più stringenti. "Alla luce della situazione epidemiologica, del crescente numero dei contagi, dei dati allarmanti che ci vengono forniti dalle direzioni ospedaliere, dalla mancata osservanza delle prescrizioni da parte dei cittadini, chiedo a nome di tutti gli infermieri e infermieri pediatrici dell'Ordine della provincia di Napoli provvedimenti più restrittivi per la tutela della Salute Pubblica e la salvaguardia della nostra famiglia professionale", dice il presidente dell'Opi Napoli, l'Ordine degli infermieri partenopeo, Ciro Carbone.