Covid, "vaccini e allergie: rare reazioni gravi". L’immunologo: i test ci danno sicurezza

Nisini (Iss): "Possono presentarsi dopo la seconda iniezione, ma la risposta immunitaria è già efficace". Tremila medici da reclutare per la somministrazione

Una vaccinazione a Newcastle, in Gran Bretagna (Ansa)

Una vaccinazione a Newcastle, in Gran Bretagna (Ansa)

Sono ormai una dozzina nel mondo i vaccini anti-Covid elaborati a tempo di record. Tra le soluzioni destinate all’Europa, Pfizer e Moderna hanno completato la fase 3 di sperimentazione. La sicurezza è stata provata, idem la validità (sopra il 90% di risposta efficace) ma basta una reazione allergica dopo centinaia di somministrazioni di routine per gettare scompiglio.

Ne parliamo con Roberto Nisini, che dirige il reparto immunologia del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Direttore, rare reazioni anafilattiche si sono osservate nel corso di vaccinazioni contro la Sars-Cov-2. C’è motivo di preoccuparsi?

"Le allergie possono manifestarsi a seguito di contatto per via aerea, cutanea, alimentare o altro, con una o più sostanze, quindi anche con vaccini, in soggetti predisposti. Impossibile prevedere se un soggetto può andare incontro a qualche inconveniente. Si rendono necessarie le dovute precauzioni nel caso si fossero palesati precedenti episodi allergici. Possono verificarsi reazioni locali o sistemiche, banali o gravi, queste ultime molto più rare".

Dopo il primo giorno di somministrazione del vaccino anti Covid-19 nel Regno Unito si sono registrati effetti indesiderati in due casi. Segno che questo vaccino è meno efficace o deve proseguire la fase di sviluppo?

"Come per altre sostanze, anche nei vaccini possono manifestarsi allergie quando questi vengono somministrati le prime volte. Quando si registra una qualsiasi reazione avversa a un farmaco, le autorità possono decidere di sospendere la somministrazione fino al momento in cui sia chiarito se sussiste un nesso di causa effetto dovuto all’interazione col farmaco, ma non c’è nessuna correlazione con l’efficacia del vaccino, come ho detto al convegno di Motore Sanità".

Che tipo di allergie possono risvegliare queste vaccinazioni?

"Se e quando si producono, le risposte possono variare dal semplice eritema con prurito nella sede dell’iniezione, fino all’orticaria, molto raramente abbiamo fenomeni sistemici quali l’abbassamento della pressione sanguigna (collasso, ndr), edema o shock. Sono più a rischio i soggetti predisposti o con allergie importanti".

E quindi, nel caso, si rischia di restare senza protezione immunitaria contro il Coronavirus?

"Generalmente le allergie sono assenti la prima volta che si entra in contatto con una sostanza, questo rischio subentra semmai le volte successive. Se una reazione allergica si dovesse avere dopo una seconda dose di vaccino, la risposta immunitaria potrebbe essere comunque sufficiente. Se l’allergia si dovesse produrre dopo la prima vaccinazione, e la reazione iniziale fosse di lieve entità, si consiglia la somministrazione di una seconda dose in ambiente sanitario protetto".

In conclusione, possiamo fidarci di questi vaccini anti Covid?

"La fiducia si basa su fatti concreti, cioè sulle valutazioni di sicurezza e prove di efficacia che vengono verificate delle autorità preposte al controllo e al monitoraggio".

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