Nigiotti al Festival di Sanremo: "Amici, Caterina Caselli e una cena a base di pesce..."

Il cantautore livornese in gara a Sanremo Giovani

Enrico Nigiotti

Enrico Nigiotti

Livorno, 4 febbraio 2015 - Una canzone nata durante una cena “povera” che arriva sul palco del teatro Ariston. A rappresentare la Toscana a Sanremo Giovani c’è anche lui, il livornese Enrico Nigiotti, 28 anni, con il brano Qualcosa da decidere.

Nigiotti, ci spieghi la storia della platessa...

Il pezzo che porto a Sanremo è nato insieme a un amico durante una cena povera a base di platessa, il pesce che costa meno, e un po’ di vino... E’ un brano istintivo, fresco, immediato. Poi nell’album, che esce il 12 febbraio, ci sono anche pezzi più pesanti.

Lei aveva già avuto visibilità con «Amici», nel 2009. E non mancò di farsi notare.

Credo di essere l’unico concorrente di un talent show che si sia autoeliminato. Adesso ci rido sopra, ma fu una sofferenza per le conseguenze da pagare. Persi il contratto, fui costretto a ricominciare da capo.

Ma lei da piccolo voleva fare il cantante?

Neanche per sogno, io fondamentalmente non avevo voglia di fare nulla! Certo, il chitarrista sì... Amo il blues.

Poi un incontro decisivo per l’inizio della sua carriera: Caterina Caselli.

Fu lei a farmi capire che forse potevo fare della musica un lavoro. Io avevo solo scritto quattro canzoni, mica ci pensavo; fu lei a farmelo capire. Forse era presto, mi mancava la maturità necessaria.

Ora Sanremo: è il secondo treno che passa per lei.

Eh sì, o sono molto bravo o ho molta, molta fortuna. Di certo non ho mai mollato. Io sono un livornese doc, sembra che prenda tutto con leggerezza, ma in realtà ho visto il buio e temevo che sarebbe rimasto per sempre. Avevo paura che la musica sarebbe diventata al massimo un passatempo. Adesso ho un contratto con la Universal e un album in uscita, che si chiama come il pezzo che porto a Sanremo.

Paura?

No, affatto. Aspettavo questa occasione da tre anni. E per me è un’esibizione, non una gara.

Lei viene da Livorno. Che rapporto ha con la sua città?

Ci sto benissimo, la adoro, sono livornesissimo. Ma atipico: odio il calcio e preferisco la carbonara allo scoglio. Però qui mi sento protetto.