Infermiera di Piombino, il legale: 'Solo la perizia dirà se è colpevole'

'Aspettiamo gli accertamenti sui campioni ematici e le cartelle cliniche dei 14 pazienti e sui resti degli 8 corpi non cremati'

Bonino

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Piombino, 12 marzo 2017 - Per capire cosa è accaduto davvero all'ospedale di Piombino (Livorno), dove dopo 14 morte sospette è stata accusata l'infermiera Fausta Bonino occorre avere «fatti oggettivi» e «dati certi» che solo i periti incaricati di compiere accertamenti sui campioni ematici e le cartelle cliniche dei 14 pazienti e sui resti degli 8 corpi non cremati. A sostenerlo è stata l'avvocato Cesarina Barghini, che difende l'infermiera, in una conferenza stampa oggi a Portoferraio (Livorno).

All'indomani della decisione del gip di Livorno di accogliere la richiesta della procura per la revoca della misura cautelare in carcere, il legale è tornato sulla decisione della Cassazione che aveva, nel settembre scorso, accolto il ricorso dei pm proprio sulla misura cautelare dopo la scarcerazione della donna. In particolare l'avvocato Barghini ha insistito su quanto la Cassazione ha affermato circa «i travisamenti di indizi» che sarebbero relativi al quadro sinottico delle morti per sospette dosi di eparina.

«Con tutto il rispetto dovuto alla Cassazione - dice Barghini - un travisamento può esserci solo su dati certi, che però adesso non ci sono e la ricostruzione oggettiva dell'accaduto la possono fare solo i periti impegnati in un lavoro lungo e complesso». In pratica, si può travisare un fatto, non degli indizi o una ipotesi. L'incarico è stato affidato ai periti nel luglio scorso ed i sei mesi previsti sono stati già oggetto di proroga per la complessità degli accertamenti peritali. Il legale ha confermato di essere «certa dell'innocenza di Fausta Bonino» e quest'ultima si è augurata che «arrivi presto la verità».