Roma, 3 dicembre 2020 - Niente spostamenti nelle prossime festività. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato il decreto legge (firmato questa mattina dal presidente Sergio Mattarella) che blinda Natale e Capodanno dentro i confini comunali e, dal 21 dicembre al 6 gennaio, blocca i viaggi tra le Regioni e vieta di raggiungere le seconde case. Il governo conferma quindi la linea del rigore per prevenire a una possibile terza ondata Covid, mentre, dopo una animata discussione in Cdm, decide di confermare, con il nuovo Dpcm lo stop alle lezioni in presenza alle superiori fino al 7 gennaio, quando dovrebbero tornare in classe tutti gli studenti.
Covid, il bollettino del 3 dicembre
La bozza del nuovo Dpcm
E' però sugli spostamenti che in Cdm si litiga e si annuncia già rovente il confronto delle prossime ore con le Regioni: Pd-M5s-Leu tengono la linea dura. La curva si abbassa e venerdì il ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base del monitoraggio settimanale, firmerà le nuove ordinanze che da domenica potrebbero rendere più gialla l'Italia, facendo passare alcune Regioni da zona rossa ad arancione e altre da arancione a gialla.
Dopo un lavoro di revisione proseguito anche dopo il Cdm, il governo ha inviato ai governatori il nuovo Dpcm che il premier Giuseppe Conte firmerà questa sera ed entrerà in vigore dal 4 dicembre e durerà fino al 15 gennaio. Confermato il sistema in tre fasce. Con coprifuoco in tutta Italia alle 22 e ristoranti chiusi in zona gialla alle 18. Nessun ammorbidimento nei venti giorni tra Natale e l'Epifania. Anzi, i blocchi cresceranno, le misure si faranno ovunque più rigide.
Il nuovo decreto, di due soli articoli, serve a dare "copertura" proprio alla stretta natalizia. Permette a Conte di firmare un dpcm che duri fino a 50 giorni (ora il limite è 30) e quindi di fissare la scadenza del decreto in vigore dal 4 dicembre anche oltre l'Epifania (tra le ipotesi c'è quella del 15 gennaio). Ma soprattutto, consente misure più rigide nelle festività a prescindere dal colore delle Regioni. Inoltre stabilisce che dal 21 dicembre non ci si potrà spostare tra Regioni e province autonome se non per lavoro, salute e "situazioni di necessità", oltre che per tornare nella propria residenza, domicilio o abitazione. È proprio sull'interpretazione di queste eccezioni - in particolare le "situazioni di necessità" - che si dibatterà ancora nelle prossime ore con le Regioni. E anche su misure di dettaglio come quella di far chiudere i ristoranti degli alberghi la notte del 31 dicembre o sulle deroghe alla quarantena per chi rientri dall'estero, su cui si è dibattuto a lungo in Cdm. Così come si è parlato della possibilità di impugnare la legge della Valle D'Aosta che è in contrasto con il dpcm sulle norme anti contagio.
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