Brenna: “Sono davvero orgoglioso di essere il capitano del Livorno”

Il difensore ospite di “Livornolé” su Granducato Tv: “Avere la fascia della squadra amaranto dà una soddisfazione enorme. E lotteremo sempre”

Brenna, a sinistra (Foto Novi)

Brenna, a sinistra (Foto Novi)

Livorno, 18 settembre 2023 – Reduce dall’importante pareggio per 1-1 al “Picchi” contro il Grosseto (clicca per rivedere cronaca e foto), il capitano del Livorno Duccio Brenna è stato ospite della trasmissione “Livornolé” condotta da Martina Parigi su Granducato Tv.

La sfida – "Noi e il Grosseto siamo due squadre create per giocarsi il campionato – ha detto Brenna –  Sapevamo che il Grosseto veniva a fare la partita e specialmente nel primo tempo ci è riuscito. Ma il carattere del Livorno è stato determinante: è la linea da seguire tutto l’anno e in ogni partita. Per più di 90 minuti dobbiamo avere più fame degli altri. Lo spirito del Livorno è quello di lottare su tutti i palloni. Possiamo raggiungere il risultato anche all’ultimo secondo. Il Grosseto a livello di gioco si è mostrato più avanti di noi, ma alla fine lo abbiamo fermato...”

La fascia da capitano – "La fascia da capitano? E’ stata una scelta dello staff. Mi fa piacere, avere la fascia al braccio del Livorno è motivo di orgoglio. Io pretendo tanto da me stesso, poi dai compagni: trasmetto questo agli allenamenti e anche in partita sono uno che tende a non mollare fino alla fine, cerco di spronare tutti. Forse è stata questa la caratteristica che ha spinto il mister ad assegnarmi la fascia”.

Gli infortuni – “Dispiace sempre quando un compagno di squadra si fa male. Dispiace vedere gli amici in lacrime. Il gruppo è unito, è affiatato: soffriamo tutti quando si fa male qualcuno di noi. Speriamo che gli esiti delle visite siano i più positivi possibili”.

Difesa da registrare – “Pratichiamo un gioco molto offensivo – ha proseguito Brenna – quindi c’è bisogno del sacrificio da parte di tutti. Stiamo lavorando su questo, stiamo limando i difetti che del resto ci stanno alla seconda giornata. Ma dobbiamo sicuramente migliorare. Con il lavoro quotidiano si arriverà a cercare di essere una squadra che commette meno errori possibili. Impossibile non farne nell’arco dei 90 minuti, ma limitarli sì”.

Il gol incassato – “Quando subisci un gol devi assolutamente capire il perché. Abbiamo concesso un cross troppo facilmente dall’esterno, sapevamo della bravura del Grosseto a riempire l’area e noi non siamo stati bravi a recuperare. Lì eravamo un uomo in meno...”.

La tifoseria – “Il Livorno con la serie D non c’entra niente... Non ricordo una piazza così calda perfino in Serie C. Tifare Livorno per un livornese è una cosa unica. Tutti i giocatori che ci sono quest’anno, quelli livornesi dico, ci hanno trasmesso i valori. Anche leggere i messaggi con i complimenti fa piacere, vuol dire che abbiamo capito e ce la stiamo mettendo tutta”.

Il rapporto con gli arbitri – “Sono diretto – ha aggiunto il capitano amaranto – e lo metto in chiaro subito a inizio partita – ha spiegato il capitano -. Credo che anche per noi giocatori sia difficile mantenere la lucidità nel dialogo. Ma la chiarezza fin da subito è necessaria”.

Un tipo posato – Incalzato dalla conduttrice, Brenna si è raccontato. “Sono così sempre, di carattere. Credo che molto dipenda da noi stessi, in caso di sconfitta è un’autocritica verso noi stessi. Quando perdi per demeriti troppo evidenti ritengo che ci si debba prendere di più con noi stessi. Sono autocritico, sì. Spero che quest’anno non capiti spesso!. Fuori dal campo sono molto tranquillo, mi piace passare tanto tempo con gli amici, sono laureato in Scienze della comunicazione. Sono stati tre anni di sacrificio con lo studio fra allenamenti e libri. Ma avevo deciso che la strada andava percorsa per crearmi un “piano B”. Non è stato facile, ci ho messo il giusto tempo e sono orgoglioso. Non ho hobby particolari. Seguo molto il basket, mi piace. E questa è la città giusta, aspetto il derby a gennaio! Libertas o Pielle? Nessuna delle due”.

Scaramanzie? - “Non ho scaramanzie particolari. Un aneddoto: l’anno che vinsi il campionato a San Donato, un amico portava le crostate alle more e quando le portava alle albicocche si perdeva. Le ha portate due volte sole! Mi piace rilassarmi prima della partita, non voglio caricare la gara più di quello che è. Non abuso dei social, anche se qualche commento lo leggo perché credo che possa essere uno stimolo in più: leggo quelli sulla difesa. I voti in pagella sono uno stimolo in più”.

La città – “Onestamente ancora non conosco molto di Livorno. L’inno lo sto imparando: non è facilissimo, è un po’ antico, ma mi piacerebbe cantarlo tutti insieme. Ora sono ancora da insufficienza in pagella, ma lo imparerò. Il “cinque e cinque” non l’ho ancora provato, ma lo proverò sicuramente. Venerdì mattina sono stato al mercato e mi ha fatto piacere l’entusiasmo con cui sono stato accolto”.

Biagini è una garanzia – “E’ un ragazzo di sicuro affidamento. Ci avevo giocato insieme lo scorso anno: è un portiere che in Serie D ce lo teniamo stretto”.

A Ponsacco che partita sarà? – “Sabato sarà difficile. Non conosco e non ho visto il Ponsacco. Ma quando arriva il Livorno gli avversari cercano di fare la partita della vita. Noi dovremo essere bravi a saperla leggere, preparandola al meglio. Dobbiamo analizzare soprattutto i loro punti deboli”.

Il gol di Ronchi – “Non sono andato sotto la curva perché non ce la facevo più quando Ronchi ha segnato il pareggio. Mi sono buttato giù esausto e ho sentito un boato che mi ha fatto venire i brividi. Spero sia il primo di una lunga serie”.

Per quanto riguarda gli infortunati, è Bartolini a preoccupare di più: ha riportato un trauma a un ginocchio che parrebbe serio e deve fare accertamenti. Da valutare le condizioni di Mutton, che è uscito per una botta a una caviglia. Idem per Frati. Rientra Fissore, torna anche Fancelli.