ETTORE MARIA COLOMBO
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Martina: "Mai fuori dal Pd, è la mia casa"

Il candidato alle primarie: "Non rinuncio al nostro simbolo. Unire senza rancori e nostalgie"

Maurizio Martina posa per un selfie (ImagoE)

Maurizio Martina posa per un selfie (ImagoE)

Roma, 1 marzo 2019 - Onorevole Martina, chiunque vincerà le primarie dovrà affrontare, subito dopo, le elezioni Europee. Lei ha firmato il manifesto di Calenda e si parla di una lista fra Verdi, Pizzarotti e +Europa. Cosa dovrebbe fare il Pd? Rinunciare a nome e simbolo potrebbe essere una dolorosa necessità?  "Io penso che dobbiamo portare il nostro simbolo e le nostre energie dentro il progetto lanciato da Calenda e da tanti sindaci per una lista unitaria europeista. Lavorerò per questo. Se sarò segretario promuoverò subito un comitato nazionale e l’apertura di 10mila comitati locali a partire dai circoli Pd. Serve una grande mobilitazione dei cittadini per la nuova Europa sociale contro chi vuole distruggerla". 

Quelli Mdp Giachetti li chiama «gli scappati di casa». O loro o io, dice. E anche Calenda dice «o io o loro». Troppi veti incrociati? E come pensate di riunificare la Sinistra? "Ho grande rispetto per tutti. Ma questo lavoro di ricostruzione non deve muoversi dalle sigle e dai vertici ma dal basso, dalla società, dalle persone in carne ed ossa. Io voglio un Pd capace di fare questo lavoro per un nuovo centrosinistra, oltre rancori e nostalgie". 

Se vince quale sarà la sua prima proposta per rilanciare il Pd? "Subito segreteria unitaria e di rinnovamento. Dentro giovani, competenze e amministratori locali. E rilancio delle nostre proposte a partire dal salario minimo legale per chi non ha contratto e dall’assegno universale per le famiglie con figli". 

Se perde sarà mai tentato dall’uscire dal Pd? E potrebbe accettare incarichi in un Pd che torna collegiale?  "Io non uscirò mai e poi mai. Questa è la mia casa. Lavorerò sempre per dare una mano a questa comunità politica che è patrimonio della democrazia del Paese contro la destra pericolosa di oggi al governo". 

Perché un elettore del Pd dovrebbe votare lei e non altri? "Perché posso garantire l’unità necessaria all’alternativa; propongo un riformismo radicale intransigente nei valori; voglio un Pd che torni ad avere l’ambizione del cambiamento senza rinnegare la nostra esperienza. E i miei avversari non sono Zingaretti o Giachetti, ma Salvini e Di Maio". 

Lei a Renzi ha dato solidarietà, ma c’è stato un ‘complotto’ dei giudici? E perché separare le carriere dei magistrati?

"Nessun complotto. Massimo rispetto per la magistratura e fiducia nel corso della giustizia. La riflessione che ho fatto sulla separazione delle carriere merita un dibattito oltre i fatti contingenti e sono pronto ad ascoltare tutte le voci". 

L’appoggio dei renziani alla sua candidatura è un freno?  "Chi ha lavorato con me alla proposta va ringraziato perché è stato parte di un impegno utile, appassionato e prezioso per il Pd. Io chiedo a tutti di fare passi avanti, non di fare passi indietro. Oltre le vecchie appartenenze". 

Molte personalità invitano ad andare a votare alle primarie, da Prodi a Gentiloni a Letta, ma voteranno Zingaretti…  "Rispetto ogni opinione, ci mancherebbe. È importante che tanti invitino alla massima partecipazione domenica. Ciascuno faccia davvero quello che può per dare una mano perché è il Paese ad averne bisogno". 

Il governo M5S-Lega, nonostante le difficoltà dei 5Stelle, è una macchina schiacciasassi. Come fare opposizione?  "Concretamente. A partire dalla questione sociale. Il governo ci sta portando in recessione. Tra poco aumenterà Iva e accise, è crollata la produzione industriale e l’occupazione. Noi dobbiamo garantire agli italiani un’alternativa a tutto questo partendo da occupazione, investimenti, equità. Tagliare il costo del lavoro stabile e sbloccare le opere pubbliche sono priorità assolute". 

Se il governo cadesse bisognerebbe tornare alle urne o cercare nuove maggioranze, ad esempio con i 5 Stelle? "Per il bene dell’Italia bisogna tornare alle urne. Prima ci andiamo e meglio è perché Lega e 5Stelle ci stanno portando sull’orlo del precipizio".